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Ci sono più navi che giacciono in fondo al mare di quante non vi navighino sopra: lo scriveva il saggista croato Predrag Matvejević del Mediterraneo ed è particolarmente vero per i mari della Puglia. I fondali della regione sono costellati di relitti e carichi di navi di tutte le epoche, testimoni silenziosi di quelle rotte che si dividevano all’altezza dell’akra Iapygia, il desiderato e temuto Capo Iapigio, oggi Capo di Leuca, per raggiungere, risalendo l’Adriatico, il cuore dell’Europa o fare vela verso ovest, attraversando lo Ionio.
Anche le coste recano segni, in parte sommersi, di questa eterna vocazione marittima: insediamenti fortificati del II millennio a.C., moli, banchine, fondazioni di fari di età romana e medievale e ancora canali, cave, necropoli litoranee, luoghi di sosta e di ancoraggio e grotte costiere che in tutte le epoche hanno rappresentato i luoghi sacri per marinai e soldati, mercanti e viaggiatori.
Un patrimonio del genere, capace di rappresentare e raccontare una storia millenaria, deve essere accessibile a tutti. È per questo che la Regione Puglia ha messo in atto un progetto dedicato, Puglia Seascapes, che mira a rendere visibile un patrimonio altrimenti invisibile: i suoi paesaggi sommersi.