Aver memoria è intrecciare fili, quelli della propria vita con quelli della Storia, essere testimoni sempre oltre il pressappochismo e l’indifferenza. Il poeta ha scritto: “Molti ancora non sanno: / Auschwitz è tra noi. È in noi”un monito che, chi è attento, percepisce reale ascoltando ogni giorno, la cronaca e il racconto di un Mondo ostaggio delle guerre, dei muri, delle discriminazioni, dell’intolleranza, dell’odio verso chi è considerato diverso.
La Biblioteca è il luogo che fonda il suo stesso essere sulla memoria; sulla conservazione e sulla promozione della memoria, sulla consegna della conoscenza all’altro. Dovere allora è essere presenti nel quotidiano, nella consapevolezza che, la conoscenza, è lo strumento per tentare ogni giorno il cambiamento, per coltivare ogni giorno la speranza avendo ben presente ciò che è stato e ciò che ancora è l’Orrore.
In questo 27 gennaio 2022 – in occasione della “Giornata della Memoria” – istituita il 1° novembre 2005, con la risoluzione 60/7 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per commemorare le vittime dell’Olocausto – vogliamo proporre un momento di riflessione collettiva tra e con chi, quotidianamente, abita la Biblioteca Bernardini, un momento di pausa nelle attività e di ascolto di musica e poesia per ricordare i milioni di persone che hanno perso la loro vita a causa della follia nazista e fascista: ebrei, zingari, omosessuali, oppositori politici, tutti coloro che hanno attraversato l’orrore dei campi di concentramento senza più far ritorno consegnando a noi, il dovere della memoria.
Non sentite l’odore del fumo
Auschwitz sta figliando
.
Le più grandi risorse
erano la speranza e la dignità.
Chi si rassegna, muore prima.
Non so se i giovani hanno appreso.
Se ci si lascia chiudere, terrorizzare
se ci si lascia cristallizzare
si diventa una cosa
gli altri ci diventano cose.
Molti ancora non sanno:
Auschwitz è tra noi. è in noi.
Non so se i giovani sanno
in ogni parte del mondo:
non c’è rivoluzione
se si trattano gli uomini come sassi,
ai giovani occorre
l’esperienza creativa di un mondo
nuovo davvero.
Ad Auschwitz ci torno volentieri.
mi da la misura dei fatti.
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Danilo Dolci