Contribuisci all’INNOVAZIONE
Su cosa vorresti che la Regione Puglia intervenisse con maggiore incisività?
Quali progetti vorresti realizzare o veder sorgere?
Come realizzarli?
Con chi?
Perché?Rispondendo a queste domande, è importante tener conto di due linee guida essenziali:
– la necessità di fare sistema tra gli operatori, e tra gli operatori e la Regione;
– la necessità di elaborare strategie di lungo periodo, e ad ampio raggio, che favoriscano l’intersezione, la contaminazione tra vari ambiti disciplinari.Adesso tocca a te!
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Gentilissimi,complimenti per l’iniziativa.
Sono archeologa e lavoro in ambito di archeologia preventiva redazione di carte del rischio e sorveglianza, attività che hanno consentito di rinvenire ai fini di tutela, beni archeologici anche intatti e ben conservati.
Tutto ciò, in particolare nel territorio di Ruvo di Puglia, grazie all’attenzione delle amministrazioni già da oltre quindici anni hanno decretato sistemi obbligatori di “allerta archeologica”. Volendo potrei esporre nel particolare.
La questione è la seguente: a fronte del patrimonio da TUTELARE, prima di renderlo fonte di guadagno, sarebbe a mio avviso opportuno prendere questo sistema ad esempio ed imporlo ad altri comuni su base regionale giacché, quando agiscono dando il buon esempio sono poi seguiti dai privati e senza troppe lamentele. Il numero di impiegati nel settore potrebbe così crescere con una certa incidenza. Per qualsiasi chiarimento rimango a loro disposizione.
Grazie per l’attenzione
Amato
Dai cinque tavoli di lavoro di questo straordinario consesso, credo unico al mondo, è emersa una particolare evidenza in modo potente e trasversale. La necessità di creare coesione tra i soggetti professionali attraverso un approccio integrato in grado di sbloccare e fortificare economicamente il flusso della cultura.
La filiera dell’audiovisivo è oggi considerata in questi termini di catena del valore:
IDEA → PRODUZIONE → DISTRIBUZIONE → PROIEZIONE
Tale attuale ottica di studio della filiera cinematografica propone oggi un approccio che si prende cura singolarmente delle diverse aree di lavoro che contribuiscono al prodotto finale. Ciò conferma la tendenza istintiva del territorio pugliese a puntare su un’alta specializzazione individuale, che dà vita a vere e proprie eccellenze lasciando però nell’ombra la necessità di integrazione professionale (tema principe di Piiil Cultura Puglia).
Lo vediamo ad esempio nell’estrema cura con cui Apulia Film Commission punta a partire suo stesso statuto sulla sostenibilità economica dei progetti in fase di produzione, e soprattutto alla valorizzazione delle professionalità e delle maestranze regionali. Una formula che a mio avviso non ha eguali nel mondo, ma che limita il raggio d’azione di AFC alla sola fase di Produzione dell’opera audiovisiva, procrastinando le altre tre fasi della filiera che sono: Formazione culturale dei professionisti e della domanda; Distribuzione; Penetrazione del mercato.
Un approccio integrato che espanda il raggio d’azione all’intera filiera può partire dalla chiara e puntuale identificazione delle dinamiche sottostanti al passaggio sequenziale tra una fase e l’altra, oggi totalmente demandato alla forza individuale ed all’ostinazione dei singoli soggetti operanti. La coesione delle fasi produttive è quindi abbandonata alla informalità e soprattutto ad una casualità darwiniana. Accendere le luci sulle relazioni che intercorrono tra i soggetti stessi è a mio modesto avviso la chiave di volta per integrare la catena del valore e completare l’analisi del settore audiovisivo. Schematizzando:
0 → IDEA → 1 → PRODUZIONE → 2 → DISTRIBUZIONE → 3 → PROIEZIONE → 0
0) Formazione culturale generatrice di idee (INPUT del processo) → IDEA
1) Trovare un produttore che crede nell’idea → PRODUZIONE
2) Trovare un distributore che crede nel prodotto → DISTRIBUZIONE
3) Convincere la sala a proiettarlo + Portare gli spettatori in sala (Penetrazione del mercato) → PROIEZIONE
0) Formazione culturale del pubblico (OUTPUT del processo)
L’output di questa catena del valore è quindi la formazione culturale stessa, che è contemporaneamente anche input iniziale. Così dal pubblico stesso nasce e prospera il circolo virtuoso che rende l’intero processo auto-sostenibile.
Sono questi passaggi intermedi qui enumerati, oggi colpevolmente considerati da molti addetti ai lavori come passaggi non controllabili, a nascondere in realtà le vere criticità di funzionamento ed a rappresentare la sfida di integrazione e coesione tra le fasi sequenziali della filiera cinematografica. Un passaggio obbligato se si vuol favorire il flusso della cultura per generare ricchezza in maniera sostenibile, passando dall’attule casualità darwiniana ad un’ottica di Causalità controllabile.
Le proposte di soluzioni ai problemi non possono prescindere da un momento antecedente di presa di coscienza della contingente situazione di idiosincrasia tra i soggetti operanti. Altrimenti qualsiasi proposta sarebbe automaticamente auto-sabotata calandosi nell’attuale contesto di idee ancorate ad una visione passata. Adottare una visione del futuro è quindi il primo necessario passaggio per risolvere il problema. Proporrò comunque le mie personali idee per risolvere i singoli nodi, all’interno delle rispettive aree competenti. Rimando in particolare alle aree IMPRESA e PRODOTTO.
Orsara Jazz: il modello dell’AGIRE GENERATIVO..
L’esperienza di Orsara Jazz è nata nel 1990 ed ha coniugato l’innovazione con la tradizione, ha contribuito in maniera decisiva a fertilizzare un territorio “impossibile” (preappennino dauno) generando 26 edizioni di Orsara Jazz Festival, 12 edizioni di Orsara Jazz Summer CAMP e che in Puglia costituisce un esempio di continuità e di originalità. Dopo 27 anni di investimenti e semina del territorio (il festival jazz più longevo e i seminari jazz estivi più qualificati della Puglia, ospitalità diffusa, borse di studio internazionali, network culturale) l’obiettivo strategico e la realizzazione di un centro stabile di formazione, produzione e diffusione della musica jazz: ORSARA JAZZ CENTER. Superare le stagioni degli eventi (utili ma poco incisivi, fasi necessarie ma propedeutiche ad altre più mature) capitalizzare e sviluppare le competenze artistiche, tecniche ed organizzative maturate e i talenti cresciuti negli anni. Realizzare un luogo di esposizione dell’attività svolta da quasi un trentennio, di produzione e generazione permanente. Un luogo che faccia da incubatore di idee e di pratiche per i progetti già rodati come il festival e il summer CAMP e che ne sappia generare anche di nuovi. Un luogo in grado di attirare presenza continua sul posto attraverso programmazioni musicali, attività formative e didattiche nel campo della musica jazz (ma non solo), divulgazione e creazione di opportunità (residenze artistiche e valiruzzazione di talenti): un luogo dell’agire generativo.