Un progetto promosso dal Polo biblio-museale di Lecce con Regione Puglia, Teatro Pubblico Pugliese e Provincia di Lecce e con la preziosa collaborazione di Confartigianato
a cura di Brizia Minerva, Michele Afferri e Antonio Marrazza
La mostra attraverso una selezione ragionata di documenti, disegni, progetti, manufatti in ferro battuto, sbalzato e forgiato mette a fuoco la singolare figura di Antonio D’Andrea, scultore, artefice e cesellatore del ferro, che seppe unire costantemente ricerca artistica al sapere artigiano, rivendicando, non solo con il suo lavoro fabbrile, ma anche con l’attività di pubblicista, la rinascita e il recupero delle botteghe tradizionali. Prosegue così l’impegno del Polo biblio-museale di Lecce nella ricerca dei protagonisti della Storia dell’arte di Terra d’Otranto tra Otto e Novecento, per continuare ad investigare le importanti storie obliate e per valorizzare altresì la collezione del Museo Castromediano, visto che nella collezione permanente sono custodite sue importanti sculture in ferro battuto.
Per poter approfondire e ampliare il raggio degli studi sul suo lavoro, abbiamo costruito anche un convegno con relatori di respiro nazionale, che si terrà a partire dalle ore 16 nella sala teatrino del Convitto Palmieri.
In questa occasione l’artista Daniele Dell’Angelo Custode (bio in calce) ha riprodotto tre candelabri di Antonio D’Andrea partendo dai disegni conservati nell’archivio del figlio Marcello D’Andrea.
Ecco il programma:
Saluti istituzionali
Grazia di Bari, assessore alla cultura Regione Puglia
Luigi D’Erniolo, Presidente Confartigianato
Luigi De Luca – Direttore Polo Biblio-museale di Lecce
Arte e artigianato
Giulio Sapelli, Presidente della Fondazione Germozzi
Modernità dell’antico: Antonio D’Andrea
Davide Bruno, Docente di Disegno industriale Politecnico di Milano
Dall’idea della forma alla prasseologia del progetto: incontro tra formazione, artigianato artistico e processo di sviluppo degli artefatti industriali.
Andrea Mantovano, Architetto,
Artigianato artistico e produzione industriale nella “fumosa e rumorosa officina” di Antonio D’Andrea.
Toni D’Andrea
Se ci fossimo conosciuti sarebbe stato mio nonno
Franco Armino
La cura dello sguardo
Seguirà presentazione della mostra su Antonio D’Andrea con Brizia Minerva e Michele Afferri
ANTONIO D’ANDREA. Arte artigianato progetto
Insieme ad un vivace cenacolo di artisti e intellettuali, D’Andrea diventa protagonista dell’aggiornamento culturale di Lecce e il Salento tra le due guerre.
Un clima di scambi, frequentazioni e collaborazioni in grado di sviluppare un’idea di progettazione e decorazione degli edifici integrata e globale, che guarda alla tradizione artigianale locale come alle culture artistiche del passato; dal Romanico e Medioevo alla stagione del Barocco fino alle moderne modulazioni geometriche degli anni Trenta e Quaranta. Accanto a lui si muovono figure versatili ed eclettiche come quelle di Nino Della Notte e Michele Massari, entrambi dotati di una naturale irrequietezza che li spinge a sconfinare e a confrontarsi con differenti materiali, tecniche, spazi, nella consapevolezza dell’assoluta inscindibilità dei momenti di creazione e di realizzazione.
Nasce da questo spirito la progettazione di arredi d’interni e giardini, negozi, mobili, decorazioni per edifici pubblici e abitazioni private, secondo una dimensione che vede l’artista un po’ inventore e architetto, sicuramente decoratore oltre che sapiente interprete della società in cui si trova a vivere.
Essi si fanno così promotori di un artigianato colto, in cui ogni elemento sembra quasi evocare il passato giungendo a inserire la produzione artigiana all’interno di un discorso più ampio, attento alla progettazione e all’esecuzione.
Un dialettico capovolgimento tra arti maggiori e minori, verso un’unica visione figurativa che cancella ogni distinzione tra le varie discipline. Ed è nell’alveo di questo clima culturale e artistico dell’epoca che la figura di Antonio D’Andrea ci appare più che mai calata nella contemporaneità.
ANTONIO D’ANDREA
(Lecce 1908 – 1955)
Nasce a Lecce il 23 luglio del 1908 da Consolato e Giuseppina Ciancio. Nell’anno scolastico 1921-22 risulta iscritto alla “Regia Scuola d’Arte Applicata all’Industria” di Lecce dove nel 1925 si diploma – nella sezione Ferro Battuto – seguendo le lezioni di Nino Lodi. Tra il 1926 ed il 1929 è prima a Bologna – città in cui frequenta il Regio Liceo Artistico e collabora nella bottega di Lodi – e poi a Roma, dove studia presso il Regio Museo Artistico Industriale con Alfredo Biagini e Alberto Gerardi, affiancando, inoltre, quest’ultimo nella sua bottega. Ad agosto del 1926, espone alla II Biennale di Lecce. Nel gennaio del 1929 è chiamato ad insegnare nella Scuola d’Arte di Fuscaldo (Cosenza); la docenza nell’istituto calabrese si protrae non oltre dicembre dello stesso anno poiché D’Andrea, non soddisfatto dell’ambiente conservatore della scuola, preferisce tornare a Roma. Nella capitale riprende la collaborazione con Gerardi, nella bottega del quale opera sino ai primi di settembre del 1931; il 16 dello stesso mese, infatti, è chiamato ad organizzare la sezione Ferro Battuto della Scuola d’Arte “Gioacchino Toma” di Galatina, cittadina in cui apre anche la sua prima bottega. Nell’ottobre del 1937 è nominato capo officina della sezione Ferro Battuto presso la Regia Scuola d’Arte di Lecce, diventando titolare della cattedra nel 1939. A Lecce insegna sino al 1954; nell’ottobre di quest’anno è nominato direttore dell’Istituto d’Arte di Galatina; a questa data ha già insegnato nei corsi liberi di nudo dell’istituendo Istituto d’Arte di Bari e rifiutato la direzione degli Istituti d’Arte di Feltre ed Orvieto.
D’Andrea abbina alla didattica un’intensa attività espositiva partecipando a mostre personali e collettive. A Bari presenta i suoi lavori nella sezione artigianato di diverse edizioni della Fiera del Levante: nel 1933 oltre a presentare i propri lavori si occupa dell’allestimento del padiglione dell’artigianato; nel 1934 gli si offre la possibilità di allestire uno stand personale come segno di riconoscimento per i meriti acquisiti attraverso la sua originale produzione; è inoltre presente alle rassegne della campionaria barese del 1931, 1935, 1938, 1949 e 1954.
A Lecce nel 1933, 1944 e 1946 allestisce mostre personali; nel 1936, 1939, 1946, 1947 e 1948 partecipa: alla Mostra dell’Artigianato Salentino; alla 1° Mostra d’Arte del Dopolavoro Provinciale organizzata al Teatro “Paisiello”; a due collettive presso il “Sedile”; al Premio Lecce.
A Francavilla Fontana nel 1933 si aggiudica la medaglia d’oro per meriti artistici alla V Mostra dell’Artigianato; durante lo stesso anno partecipa alla II Mostra dell’Artigianato di Galatina, cittadina in cui è presente anche alla III Mostra dell’Artigianato dell’anno successivo.
Nel 1934 espone alla Fiera Artigiana di Firenze (città in cui è presente alla medesima mostra anche nel 1936) ed alla Fiera di Tripoli, dove durante la rassegna del 1939 si aggiudicherà il Gran Premio.
A Lecce fonda la sua “bottega d’arte”, luogo in cui realizza le proprie opere ed ospita intellettuali e artisti; con costoro D’Andrea discute di arte ed artigianato, attività in favore della quale è fortemente impegnato.
Durante la sua trentennale attività artistica ha realizzato innumerevoli lavori; e se negli oggetti che si integrano con la struttura architettonica ricorre a linee liberty suggestionate dal barocco, negli sbalzi e nei complementi di arredo svincolandosi da particolari indirizzi di stile, riesce a raggiungere un linguaggio originale. Muore a Lecce il 10 ottobre del 1955.
Daniele Dell’Angelo Custode
Nato a Mettmann (Germania), diplomato maestro d’arte nel 1977, vive e lavora a Nardò. Inizia prestissimo a praticare la lavorazione del metallo. Proprio il precoce contatto con la materia gli permette di recepire le qualità e comprenderne le particolari progettuali che lo porteranno ad adottare le sofisticate caratteristiche, e fare sue le potenzialità di trasformazione.
Da febbraio 2021 entra a far parte del manifesto del Transmanierismo Contemporaneoteorizzato da Giorgio Celli.All’interno del Manifesto assume una connotazione trasversale, è colui che lascia scoprire una materia inusuale, assumendone un’anima, creando una sinergia tra anima e corpo. È una nuova espressione d’arte che va a completare e arricchire il prezioso tesoro culturale del Manifesto. Così i maestri fondatori riscoprono una nuova concezione della materia, una sfida di fisica e di forma. Innumerevoli le esposizioni in Italia e all’estero, come anche la sua bibliografia formata da libri, cataloghi e recensioni da parte di autorevoli critici. L’artista oggi continua ad “interrogare” la materia del suo lavoro e con interesse da parte di amministrazioni, associazioni e collezionisti. Le sue opere sono indirizzate verso quell’arte informale che spazialmente evoca le interessanti contaminazioni materiche delle avanguardie, ma da cui, l’autore riesce a rilegare ed isolarne una sofisticata contemporaneità.
La mostra sarà visitabile fino al 30.09, dal lunedì al sabato ore 10-20.
Info 0832.37.35.76 e prenotazioni App IoPrenoto.