Cos’è un prodotto culturale? Un’opera d’arte, un festival, una mostra o una serie di mostre, eventi e progetti permanenti che installano nuovi file di nutrimento delle sinapsi, ma anche dispositivi di senso che affidano ai nostri sensi la decodifica personale dei nostri percorsi mentali e percettivi: il prodotto culturale non è un prodotto qualsiasi. Non è un manufatto, non è solo pensiero puro, perché è fisico e, insieme, metafisico, immagine e indagine, scoglio e approdo.
Il prodotto culturale può essere tutto questo insieme, contenere filosofie millenarie, visioni sul presente, previsioni di futuro. Può essere un oggetto, un incontro, un’esperienza, un dialogo, una situazione creata ad arte per generare vedute sul mondo e su noi stessi. Le stesse vedute che può contenere un quadro ma molto più “attive”, la stessa richiesta di contemplazione ma molto più approfondita, disposta in uno spazio che ne allunga il tempo di fruizione, progettata per un tempo che produce un’esperienza di nuova generazione.
Produce nuove generazioni di anziani, adulti, bambini, uomini, donne e ibridi. Può cambiare la velocità di apprendimento e la percezione della realtà.
Il prodotto culturale contiene mille significati e mille significanti e, soprattutto, contiene la storia di chi lo sta guardando, fruendo, conoscendo, esplorando. Altrimenti non è un prodotto culturale, è solo la celebrazione dell’autore, un’altra scatola di promesse sullo scaffale di un supermercato.